In questa breve escursione le scoperte sono state numerose!
Dopo aver incontrato il Re e la Regina delle piante commestibili (il Sambuco e l'Ortica), ci siamo addentrati nel bosco che circonda la Pieve dei Tre Re.
Le piante amate dai cuochi hanno qui lasciato il passo a quelle velenose, impiegabili soltanto dagli esperti farmacisti, come l'affascinante Belladonna, con le sue bacche nere e lucide. Il nome di questa pianta pare essere legato all'uso che ne veniva fatto dalle cortigiane di Venezia: se ne ricavava un collirio che dilatava le pupille e donava uno sguardo magnetico e... conturbante. Siamo stati attratti anche dai vistosi (e tossici!) frutti del Viburno palla di neve, le cui foglie si mimetizzano con quelle degli aceri.
Tra i tronchi tagliati dai boscaioli abbiamo osservato strani "vermicelli di segatura" che fuoriuscivano da piccoli fori sulle superfici di taglio, probabilmente creati da insetti xilofagi durante la loro opera di "scavo alimentare".
Sulla strada di rientro abbiamo infine "scoperto" un edificio a noi sconosciuto nascosto dalla vegetazione. Tra le immagini sacre presenti sulla sua facciata era presente anche San Francesco, ai cui piedi si potevano leggere alcuni versi del suo Cantico delle creature dedicati all'acqua:
"Laudato si, mi signore per sor’acqua,
la quale e’ molto utile e umile e preziosa e casta!"
Forse un vecchio acquedotto? Un enigma che non siamo stati in grado di svelare.
Siamo quindi rientrati all'Osteria di... delizie e curiosità dove ci siamo riposati davanti ad un rinfrescante aperitivo con spuntino.