Quinta e ultima puntata delle Rubriche del Venerdi di ForEst.
Ultimo gruppetto di tipi di impronte da andare a scovare nel bosco... per conoscere più da vicino i loro proprietari

 

LE RUBRICHE DI FOREST
Autunno 2020

TRACCE ANIMALI

 

 

Capitolo QUINTO

L'EVOLUZIONE ALLA CORSA

 

Siamo giunti alla quinta e ultima puntata di questa rubrica sul riconoscimento delle impronte dei mammiferi selvatici più comuni nelle nostre zone geografiche.
Manca ancora una grande categoria di animali il cui riconoscimento tracce non abbiamo ancora trattato, se non accennato nella prima puntata, ed è il gruppo degli UNGULIGRADI.

 

MA CHI SONO GLI UNGULIGRADI?

Dal nome deriva la definizione: animali che per camminare poggiano al suolo le “unghie”. Noi ovviamente per unghie intendiamo dei grandi unghioni modificati nel corso dell’evoluzione, che chiamiamo comunemente "zoccoli”.
Nella categoria di cui parleremo oggi sono compresi tutti quegli ungulati selvatici che saltellano allegramente nei nostri boschi e sulle nostre montagne, e che presentano una zampa dotata di zoccoli cosiddetti “fessi”, vale a dire due zoccoli separati. Escluderemo infatti dalla nostra analisi gli animali che presentano un unico zoccolo (cavalli) e, per comodità, gli animali da allevamento (bovidi, capre, pecore).

Se ricordate dalla prima puntata, gli unguligradi sono tra gli animali che hanno sviluppato meglio il sistema di locomozione veloce, perché nel corso dell’evoluzione le ossa delle zampe si sono allungate e irrobustite, per fornire maggiore slancio al corpo al momento della corsa e per consentire movimenti improvvisi e repentini come lo scarto laterale, il salto ecc…

Ma come distinguere tra loro gli ungulati selvatici quando l’unica cosa che possiamo osservare è un’impronta al suolo?

 

L’IMPRONTA DI OGGI

L'impronta misteriosa

 

Quali sono gli elementi che servono per descrivere un’impronta?

1. La dimensione: dal tappo della macchina fotografica (circa 6cm di diametro) possiamo stimare una lunghezza dell’impronta di circa 8 cm e una larghezza di 6 cm (calcolata considerando entrambe le metà dello zoccolo);
2. la forma: come detto, questa è tipica di chi ha due grossi unghioni che poggiano al suolo: le due metà sono separate da un’evidente incisione centrale che in questo caso rende gli zoccoli paralleli tra loro, non tendenti a divaricarsi. I bordi esterni appaiono arrotondati in tutte le direzioni a formare una sorta di ovale diviso a metà, leggermente appuntito verso l'alto dell'immagine. Questo punto rappresenta la parte anteriore dello zoccolo, e quindi indica la direzione dell'animale.

 

A CHI APPARTIENE QUESTA IMPRONTA?

Qui è necessario fare una piccola parentesi sull’ecologia degli animali oggetto di analisi.
Per prima cosa, consideriamo l’ambiente in cui ci troviamo. Questa foto è stata scattata in un bosco di media quota, in una valle interna delle nostre Alpi, dove si alternano carpini a faggi e (più in alto) abeti, ad una quota non superiore agli 800-1000 m.

Per fare una distinzione molto semplice possiamo dire che ci sono alcuni ungulati che vivono quasi esclusivamente nel mondo delle rocce, e che scendono a quote più basse solo per pochi periodi dell'anno, come gli stambecchi.
I camosci invece, in inverno amano molto nascondersi tra i boschi di versante, ma non scendono mai troppo di quota e frequentano luoghi abbastanza impervi per la loro natura di arrampicatori.

Le impronte di questi due animali in genere non sono facilmente reperibili: in confronto a quella che vediamo qui, le impronte del camoscio appaiono di forma più allungata, le due “dita” sono strette e lunghe, la cesura al centro è più larga e marcata. La dimensione è di media più piccola, con lunghezza di circa 6 cm e larghezza di 3,5-4 cm.
Le impronte dello stambecco hanno una forma caratteristica, in cui i due zoccoli divergono considerevolmente tra loro in punta a formare un’impronta quasi “bombata” e incurvata. Sono lunghe fino a 7-8 cm e larghe almeno 6 cm.

 

Schema differenze tra impronte stambecco e camoscio (© ForEst Studio Naturalistico - Stefania Gentili)

 

Quindi, per semplicità, possiamo escludere completamente queste due specie dalla nostra analisi.
Nel bosco descritto e nella stagione attuale, sono due le specie che potremmo più facilmente incontrare durante le nostre passeggiate: cervo e capriolo.

Forse, pur non essendo esperti, a primo impatto sappiamo tutti riconoscere che l’impronta che abbiamo scovato oggi è un’impronta di CERVO!
Sappiamo bene che un cervo è molto più grande di un capriolo, e di conseguenza, impronte così grandi potranno appartenere solo al “re della foresta”.

Inoltre, le impronte del capriolo differiscono da quelle di cervo non solo nella dimensione, ma anche nella forma generale.
Gli zoccoli nella zampa del capriolo sono abbastanza stretti, e soprattutto appaiono molto appuntiti nella parte anteriore (e questo ci indica anche la direzione di movimento dell’animale), al punto tale che tutta l’impronta assume una forma a “cuore rovesciato”. Inoltre, la cesura tra i due zoccoli è leggermente più marcata sul lato anteriore, e conferisce una certa separazione tra i due unghioni. Questo dettaglio non è sempre visibile ed è necessario tenere bene in considerazione due fattori fondamentali:
- il substrato su cui troviamo impressa l’impronta: ricordiamo che la neve tende sempre ad allargare e a far apparire tutte le orme più grandi
- l’andatura dell’animale: tutti gli ungulati tendono ad avere un’andatura abbastanza ordinata al passo, mentre al galoppo o al trotto veloce, le impronte si distanziano considerevolmente tra loro e la divergenza tra i due zoccoli nella singola orma aumenta molto.

Schema differenze tra impronte di cervo e di capriolo (© ForEst Studio Naturalistico - Stefania Gentili)

Infine, nella descrizione delle zampe di queste animali, non dobbiamo dimenticare che entrambi sono dotati dei cosiddetti “speroni” che altro non sono se non il secondo e il terzo “dito” che sono regrediti e non hanno più funzione di appoggio attivo, ma possono essere visibili se il suolo appare molto morbido, come il fango, oppure la zampa affonda nella neve alta.

Impronta di capriolo in corsa

Impronta di cervo con speroni ben visibili nell'angolo in basso a sinistra della foto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è un ultimo animale che vale la pena considerare, che ha gli zoccoli divisi in due unghioni e frequenta la nostra regione, ma che non si troverebbe nel bosco dove è stata scattata la prima foto: si tratta del cinghiale.
I cinghiali frequentano zone di pianura e media montagna, amano grufolare il terreno in cerca di cibo, quindi spesso accanto alle loro orme al suolo potrete trovare i segni di una sorta di “aratura” disordinata del terreno.
Le impronte sono decisamente caratteristiche e presentano sempre il segno degli speroni posteriori, che poggiano completamente al suolo.
La parte anteriore è leggermente appuntita, caratterizzata da una linea di demarcazione centrale tra i due zoccoli che in alto appare di forma concava e allargata.
Le dimensioni sono abbastanza grandi, con una lunghezza e una larghezza (compresi gli speroni) che può arrivare ai 12 cm e oltre.

 

Schema esemplificativo impronta cinghiale (© ForEst Studio Naturalistico - Stefania Gentili)

 

Termina così la nostra rubrica sul riconoscimento delle impronte.

Nulla esclude che da questa rubrica ne possano derivare altre alla scoperta degli altri segni di presenza degli animali e che si possa creare una piccola guida per il riconoscimento facile in campo.
Sareste interessati?!

Nel frattempo, se volete imparare di più sul riconoscimento delle tracce in natura, vi aspettiamo con future escursioni in compagnia di Toni Romani, uno dei massimi esperti del settore in regione (e non solo!) che con la sua associazione Kokulandela si occupa di diffondere la cultura del “track-watching”. 

Restate connessi per essere aggiornati su tutte le nostre iniziative!

 

 

 

 

 

 

 

QUI TROVI I LINK ALLE ALTRE PUNTATE
PRIMA PUNTATA: tracce o segni di presenza
SECONDA PUNTATA: le impronte di cani e gatti (selvatici!)
TERZA PUNTATA: cosa vuol dire essere un "plantigrado"
QUARTA PUNTATA: le orme più strane
 
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